La sua condizione clinica personalmente non la definisco di vaginite cronica ma di stato cronico di vaginite (rimanda a vaginite micotica secondo me), dato che praticamente lei non è mai libera da sintomi. Nel suo caso ciò che bisogna indagare, a parer mio, che lo stato di del suo intestino; ciò si può fare con delle semplici domande: quando mangia le si gonfia in modo esagerato la pancia? C’è qualche cibo che le induce meteorismo o dolori addominali? Quando mangia il latte le si gonfia la pancia o ha stimolo impellente a defecare? Nell’arco di un mese presenta due o tre volte feci molto morbide senza una causa apparente? Se risponde sì a una o più di queste domande è molto probabile che lei presenti un intestino malfunzionante. Adesso con qualche domanda bisognerà capire se sono interessate anche altre mucose oltre a quella vaginale: soffre o ha sofferto di cistite? Di bronchite, senza fumare? Di gastrite? Di irritazioni oculari non spiegate? Di dermatiti? Se risponde affermativamente a una o più di queste domande siamo di fronte a un coinvolgimento del MALT. In queste condizioni ciò che è fondamentale è riequilibrare il funzionamento del suo intestino che certamente presenterà una infiammazione con alterazione della flora batterica intestinale (disbiosi).
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La medicina accademica considera questa situazione causata da una infezione sostenuta da molteplici germi che producono delle tossine che danno il caratteristico odore di pesce avariato; quindi la terapia della vaginosi batterica è fondamentalmente una terapia antibiotica topica o sistemica; solamente da poco tempo si propongono delle terapie con probiotici, anch’essi topici o sistemici, per modificare il microbiota vaginale. Secondo me questo approccio è perdente perché non tiene conto della causa a monte che permette ai germi di attecchire e proliferare. Seguendo la fisiopatologia della omotossicologia la salute dell’uomo si basa sull’equilibrio tra tossine prodotte o introdotte e la loro eliminazione; se i sistemi emuntoriali non riescono a smaltire le tossine l’organismo, in modo intelligente apre delle porte emuntoriali accessorie; nella donna molto spesso sceglie la vagina, creando però, un ambiente estremamente favorevole all’attecchimento dei germi. Quindi per la terapia va bene la terapia antibiotica, ma in parallelo una terapia che miri a disintossicare tutto il sistema. Questo si può fare agevolmente con farmaci omotossicologici con la giunta di una dieta ipotossica.
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Il vaginismo è l’impossibilità di avere la penetrazione per uno spasmo dei muscoli periorifiziali della vagina. Le cause del vaginismo possono essere varie, innanzitutto bisogna escludere le cause infiammatorie-infettive, e quelle organiche (eccezionali). Escluse queste ci dovremo rivolger alla possibilità che il vaginismo sia sostenuto da cause psico-emozionali. Per verificare questo io utilizzo delle tecniche energetiche (kinesiologia applicata) che mi permette di individuare eventuali blocchi emozionali causali. Il mio approccio terapeutico, prima di rivolgerci ad uno psicologo, si avvale dei fiori di Bach e del riequilibrio emozionale (REI).
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